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I pesci del lago di Bolsena
Il pesce di lago rappresenta da sempre un'importante risorsa economica per gli abitanti del lago di Bolsena, in particolar modo nel paese di Marta (Viterbo) sulla sponda meridionale del lago, dove sono ancora in attività circa 30 pescatori di professione nella località 'Borgo dei pescatori' con le loro tipiche barche tirate a riva. La pesca rimane, dunque, uno dei punti di forza del piccolo borgo dell'alta Tuscia. Inoltre la commercializzazione del pescato ha visto i martani allargare progressivamente le aree di vendita per raggiungere, attualmente, i mercati d'Europa.
La pescosità del lago di Bolsena, nell'alto Lazio, è documentata sin dall'epoca romana dalle opere di Strabone e Columella. Nel corso dei secoli moltissimi scrittori e personaggi illustri (Dante, Petrarca, Pio II, Paolo Giovio, etc) hanno esaltato la prelibatezza delle diverse qualità di pesci.
La varietà morfologica dei fondali del lago contribuisce a creare ambienti diversi adatti ad ospitare molte specie ittiche con abitudini alimentari e comportamentali assai diverse.
Tra i pesci autoctoni, da sempre presenti nel lago, ricordiamo: il luccio, la tinca, la scardola, il cavedano, il cefalo, il latterino e l'anguilla che per riprodursi deve raggiungere il mare grazie alla presenza del fiume Marta.
Specie più rare sono il barbo, il cobite, il vairone, la lasca, l'alborella. Dello spinarello e dell'agone oggi si ha notizia solo dai racconti e dalle descrizioni dei pescatori.
Diverse specie alloctone, cioè provenienti da altre aree geografiche, sono state introdotte nel lago in tempi diversi e alcune si sono acclimatate. È il caso del coregone proveniente dai laghi del nord Italia e immesso nel lago di Bolsena alla fine del 1800. Questa specie rappresenta oggi circa la metà dell'intero pescato ed è un pesce assai pregiato e molto richiesto. Il coregone è anche un importante indicatore biologico della qualità delle acque: potendo sopravvivere solo in acque altamente ossigenate, la sua presenza è incompatibile con un ambiente inquinato. Questo pesce viene aiutato nella riproduzione dall'incubatoio ittico di Marta gestito dai pescatori martani e anche dall'incubatoio ittico di Bolsena.
Altre specie alloctone sono: la carpa immessa in tempi remoti e solitamente pescata con la tecnica del carpfishing, il persico reale introdotto all'inizio del 1900, il carassio, il persico trota (conosciuto anche come 'black bass' o 'boccalone'), il persico sole e il pesce gatto introdotti tra il 1970 e il 1980. Le ultime due specie, in particolare, sono piuttosto infestanti e voraci predatori di uova e avannotti. Da citare anche la piccola gambusia, originaria del Golfo del Messico (Mississippi), nota per nutrirsi di larve di zanzara. Il cefalo, invece, non si è mai acclimatato anche se introdotto in tempi diversi.
Le specie più pregiate dal punto di vista gastronomico sono certamente: l'anguilla (assai ghiotto ne andava papa Martino IV), il coregone (a Capodimonte celebrato in agosto con la rinomata Sagra del coregone), il persico reale, il luccio, il latterino (festeggiato a Marta con la Sagra del lattarino di fine maggio), la tinca.
Tra i voraci predatori che si nutrono di altri pesci sono sicuramente da segnalare il luccio, il persico reale, il persico trota e l'anguilla. Famose sin dal Medioevo, le anguille venivano trasportate vive dai martani fino ad Avignone, in Francia, dove risiedeva la corte pontificia. Ne hanno lasciato traccia gli iscritti di Dante, Paolo Giovio e Petrarca. A Marta (VT) è situata la Cannara, un'antica costruzione sul fiume Marta adibita alla pesca delle anguille in transito tra il lago di Bolsena e il mar Tirreno.
Non mancano infine il gambero di fiume e il granchio di fiume, entrambi autoctoni e protetti mentre il gambero rosso della Louisiana, chiamato non a caso "Killer", è una specie originaria degli Stati Uniti che negli ultimi anni sta prendendo il sopravvento sul nostrano gambero di fiume, arrecando seri problemi all'ecosistema lacustre. Nell'agosto 2020 è stato persino catturato da un pescatore locale un esemplare di pesce siluro (Silurus glanis linnaeus) lungo circa 40 cm e del peso di mezzo Kg, specie anch'essa fortemente invasiva e vorace in grado di raggiungere e superare i 2,5 metri di lunghezza e un peso di oltre 200 Kg. Si tratta del primo siluro trovato nel lago di Bolsena. Inoltre ad agosto 2024 è stata segnalata e documentata la prima cattura, nel lago viterbese, di un grosso pesce gatto africano nelle acque di Marta (VT).
Anche gli anfibi e i rettili fanno parte della fauna lacustre: il rospo comune, la rana verde, la rana italica, due specie di tritoni e la biscia d'acqua che occupano sia la zona litoranea che i fossi e i torrenti immissari del lago. La presenza di queste specie è in stretta relazione con l'integrità di tali ambienti.
Il lago di Bolsena è uno dei laghi più puliti d'Europa tanto che, ancora oggi, è possibile fare il bagno nelle sue meravigliose acque. Il pesce qui presente risulta quindi di ottima qualità e decisamente salubre.
• Scopri i piatti tipici e le ricette di pesce del lago di Bolsena.
• Scopri come arrivare al lago di Bolsena.
Tratto da: "Marta, guida alla scoperta" di Maria Irene Fedeli (Annulli Editori)
Rielaborazione testi a cura di Luca Viviani
Ecco il pesce presente nel lago di Bolsena (VT), un lago piuttosto pescoso con varie specie ittiche:
• Luccio
• Persico sole
• Persico reale
• Persico trota
• Anguilla
• Tinca
• Latterino
• Cefalo
• Scardola
• Ghiozzo
• Cobite - specie protetta in alcune regioni
• Barbo
• Carpa
• Triotto
• Cavedano
• Vairone
• Carpa a specchi
• Lasca
• Alborella
• Carassio
• Carassio dorato
• Lucioperca o Luccioperca
• Coregone
• Ghiozzetto di laguna
• Gambusia
• Pesce gatto
• Pesce gatto africano
• Spinarello - specie protetta in alcune regioni
• Agone
• Pesce siluro
• Gambero di fiume - specie protetta
• Gambero rosso della Louisiana (gambero "killer")
• Gamberetto d'acqua dolce (Palaemonetes antennarius) - specie protetta
• Granchio di fiume (Potamon fluviatile) - specie protetta
• Scopri come pescare nel lago di Bolsena e dove mangiare sul lago di Bolsena.
- ATTREZZATURE E RETI PER LA PESCA -
Tra le varie tipologie di reti utilizzate dai pescatori vogliamo accennare a una varietà, assai tipica di questo lago, che non è infrequente vedere distesa ad asciugare o a riparare nella spiaggetta del Borgo dei pescatori di Marta (VT). Si tratta del bertovello, chiamato artavello cieco o artavellone a Bolsena mentre a Marta viene detto martavello.
È una rete da pesca molto complessa nella sua struttura. Viene composta da almeno tre reti coniche ad imbuto (bocchetti o cammere) aperte alle estremità, di dimensioni crescenti inserite una dentro l'altra. Le imboccature più larghe di ciascun cono sono tenute distese da una serie di cerchi di misura via via più ampia, in passato realizzate con canne di bambù e attualmente in materiale plastico. La parte iniziale di questa sezione della rete, formata da una rete conica libera, è detta 'boccolare' mentre quella terminale che chiude la serie delle reti a imbuto o bocchetti viene detta 'codio' ed è in questo tratto che rimane intrappolato il pesce. Il codio è tenuto chiuso con una corda che permette al pescatore di scioglierlo e catturare il pesce che si è ivi raccolto.
Al boccolare sono fissate due ali laterali, dette anche "braccia" dalla forma rettangolare, e al centro del boccolare stesso è fissata la 'longarina', una rete anch'essa rettangolare a maglie larghe lunga non meno di 30 metri che viene poi ancorata, con un sasso, in prossimità della riva.
La longarina e le ali laterali hanno la funzione non di catturare ma di guidare il pesce verso il boccolare e da qui verso i bocchetti, obbligandolo quindi a seguirne il percorso. Entrare nei bocchetti è facile dato che l'ingresso è ampio ma uscirne diventa via via più difficile per le dimensioni che, nella parte ad imbuto, si riducono progressivamente.
Boccolare e ali sono costituiti da una base inferiore armata con filo piombato pesante e da una parte superiore con file di galleggianti in modo che in acqua la rete si distenda per intero in profondità e rimanga ben distesa in superficie nella sua estensione e renda visibile la sua ampiezza.
Pescare con questa rete richiede grandi capacità tecniche sia per poterla mettere in acqua, sia per recuperare il pescato. Infatti l'artavello, chiamato "cieco" a motivo delle strette maglie che compongono la rete, oltre ad essere notevolmente pesante deve essere ben steso in acqua con le due ali laterali, il boccolare, la longarina e i diversi bocchetti ben tirati.
Le ali, la longarina e il codio devono essere ben ancorati con l'ausilio di quattro grossi sassi che non permettono alle correnti di trascinarlo via o di smuoverlo dalla posizione mentre i galleggianti lo trattengono a pelo d'acqua. Viene posto in acqua nel tardo pomeriggio e il pescato viene recuperato, aprendo il codio, all'alba del giorno seguente. Con tale operazione si dice che l'artavello è stato "scodiato". Se non è sporco a causa della fanghiglia e della vegetazione del lago, l'artavello viene rimesso in acqua subito dopo averlo scodiato; altrimenti viene sciacquato o portato a terra dove, prima di porlo nuovamente in acqua, viene pulito, lavato e fatto asciugare steso al sole.
La fabbricazione dell'artavello viene fatta oggi da alcuni esperti pescatori provenienti da Marta e Bolsena.
• NORME DI NAVIGAZIONE E PESCA SUL LAGO DI BOLSENA
Pesci, rettili e anfibi presenti nel lago di Bolsena
Un persico trota del lago di Bolsena
Un cavedano del lago di Bolsena
Latterini del lago di Bolsena
Un luccio del lago di Bolsena
Una tinca del lago di Bolsena
Un coregone
Un black bass (persico trota) del lago di Bolsena
Un Siluro pescato nel lago di Bolsena (peso 504 g - lunghezza 42 cm)
Un granchio di fiume (Potamon fluviatile) nel lago di Bolsena
Marta (VT) sul lago di Bolsena
Il lago di Bolsena con le isole Martana e Bisentina
Pescatore del lago di Bolsena al rientro dal lavoro
Un pescatore di Marta (VT) con la sua barca