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La famiglia Rabasco a Marta (VT)


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Ottaviano Rabasco e l'arte del banchettare: un martano del Seicento "A.D.O.C."

La presenza della famiglia Rabasco, giunta probabilmente a Marta al seguito dei Farnese, è documentata sin dal 1580.
I suoi membri furono avvocati, notai, sacerdoti, letterati.
Uno dei più illustri fu Ottaviano, proposto di Marta e insigne letterato che nei frontespizi delle sue opere compare con l'indicazione di "Ottaviano Rabasco di Marta".
Ebbe stretti rapporti di amicizia con il card. Odoardo Farnese al quale si rivolgeva con il familiare "Duarte" anziché "Odoardo". Fu membro delle Accademie degli Innominati di Parma, degli Incitati di Roma, dei Gelati di Bologna con il nome de "L'Assicurato".
Nel 1591 dà alle stampe una composizione poetica in onore di Odoardo Farnese e un'altra composizione letteraria per celebrarne l'elevazione al cardinalato.
Nel 1592 pubblica una canzone poetica per l'incoronazione di papa Clemente VIII. Segue nel 1605 La Pallade ignuda per celebrare un dipinto della famosa pittrice Lavinia Fontana.

Nel 1615 vede la luce la sua monumentale opera "IL CONVITO", dedicata a "don Carlo Medici dei serenissimi principi di Toscana", dove prende in esame tutti gli aspetti dell'organizzazione conviviale, una sorta di galateo e manuale sull'arte dell' "allestir banchetti" ma anche trattato storico sugli usi conviviali dei popoli antichi: Greci, Romani, Etruschi, Egizi, Persiani, Ebrei.
Una miniera di informazioni storiche, di riferimenti letterari, di consigli organizzativi. Riguardo a questi ultimi, il Rabasco esamina la tipologia dei banchetti (pubblici di rappresentanza o privati; per battesimi, matrimoni, vestizioni o ordinazioni religiose, banchetti funebri...), i luoghi dove vengono allestiti, le stagioni e le ore, la disposizione e l'allestimento delle mense, lo svolgimento dei servizi e gli incarichi dei servitori, il comportamento degli invitati, la preparazione delle vivande e i modi di presentarle; le musiche, i musicisti e i giochi che allietano i conviti; abiti da indossare; temi di conversazioni raccomandati e quelli da evitare. Insomma, non c'è aspetto dell'arte conviviale che non sia stato sviscerato dal Rabasco.

Questo volume è stato un caposaldo di riferimento per gli addetti ai lavori nel corso dei secoli. Alcune pagine (53-56) sono dedicate ai luoghi nativi. L'autore vi descrive le isole Martana e Bisentina senza trascurare le note storiche e architettoniche ma mettendo in risalto l'amenità dei luoghi che le rendono idonee a ricreazioni e conviti "... Così nelle deliziose isolette del Lago di Marta, ho goduto io ben spesso con allegra conversazione a Mensa, all'ombra dei gelsomini o delle viti".
E prosegue: "Talvolta... negl'istessi prati, all'ombra degli alberi... ne' boschetti... omissis...si godono tali dolcezze, molto deliziosamente, nelle amene isolette del Lago di Marta in Toscana, dove in mezzo alle acque si gode la terra, i boschi, e dentro e ai boschi, amenità singolare, luoghi attissimi alle Muse, a Venere, a Bacco e al Sonno.... che, forse, meritano d'esser dette Isole Fortunate...".
Inoltre accennando soltanto a "... tutto il sito vaghissimo di Marta, della quale (se non temessi esserne riputato artifizioso nelle lodi) anderei disegnando a vivo il vero...".

Rabasco non può fare a meno di ricordare ".. l'amenità del sito di quel monte, che li sovrasta dalla parte di mezzogiorno, nella salita piacevole del quale, vicino alla devotissima Chiesa della Madonna del Monte, non è luogo che non sia tutto delizia per l'Estate, aggiuntavi la comodità di quella freddissima Grotta, che scendendo solo sette scalini sotto il Monte, è così gelata per raffreddar i vini, che non ha forse pari in Italia...".
Approfondisci la storia di Marta.

Tratto da: "Marta, guida alla scoperta" di Maria Irene Fedeli

Rielaborazione testi a cura di Luca Viviani

Marta, il palazzo Rabasco detto "il Palazzaccio" in via Verentana



La monumentale opera di Ottaviano Rabasco "IL CONVITO", dedicata a don Carlo Medici dei principi di Toscana