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La Malta dantesca nella Torre dell'orologio di Marta (VT)


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Piangerà Feltro ancora la difalta / dell'empio suo pastor, che sarà sconcia / sì, che per simil non s'entrò in Malta (Paradiso, IX, 52-54).
Questi versi, riportati in una mattonella in ceramica collocata sulla parete occidentale del basamento della Torre dell'orologio di Marta (VT), rimandano a una questione non ancora risolta, ma che ha appassionato studiosi di tutte le epoche, riguardo alla collocazione della prigione per ecclesiastici denominata "Malta" che Dante Alighieri cita nel canto IX del Paradiso.

In molti luoghi d'Italia si trovano carceri denominate "la malta" perché collocate nella parte bassa di una torre il cui fondo era spesso umido e melmoso. Nel latino medioevale il termine malta indicava infatti il fango, la melma.
Possiamo dire che la Malta era il nome generico con cui venivano indicate tali prigioni.

La fonte storica da cui attingono quasi tutti i commentatori di Dante e per cui identificano la "prigione Malta" con una prigione terribile per gli ecclesiastici posta nel lago di Bolsena è Benvenuto da Imola, uno dei primi e dei più autorevoli commentatori della Divina Commedia. Ecco ciò che dice: Malta è una torre orrenda, nel lago di S. Cristina, carcere amaro per i sacerdoti riconosciuti colpevoli di gravi delitti.
Seguendo tale commentatore, molti studiosi a lui posteriori la dicono: una torre nel lago di Bolsena collocandola nell'isola Martana (Pipino, Tosti, Càntera, Pennazzi, Adami, Cristofori).

Tuttavia altri studiosi la collocano apud lacum (in riva al lago) identificandola con la torre del paese di Marta. Propendono per questa tesi: De Romanis (1791), Lombardi (1822), Arrivabene (1827), Biagioli (1845), Fraticelli (1860), Bianchi (1868), Blanc (1877), De Gubernatis (1888). Il Venturini e il Robiola, nel 1830, ne parlarono espressamente dicendo: nella torre del castello di Marta.
Sulla Malta, tuttavia, la parola decisiva non è stata ancora pronunciata e la questione rimane dunque aperta.

Tratto da: "Marta, guida alla scoperta" di Maria Irene Fedeli

Rielaborazione testi a cura di Luca Viviani

La mattonella incisa in un lato della Torre dell'orologio che riprende la frase del Paradiso canto IX di Dante Alighieri