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Il Ponte e il Castello della Badia a Vulci


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Il castello di VulciVulci (VT) fu un centro etrusco di notevole importanza e una delle più grandi città-stato d'Etruria dove l'economia si basava principalmente sul commercio e la pesca.
Vulci è situato nella Tuscia viterbese nel cuore della Maremma laziale tra i comuni di Montalto di Castro e Canino, a pochi Km dal mar Tirreno e vicinissimo alla Toscana. Ogni anno il Parco archeologico naturalistico di Vulci è interessato da un importante afflusso di turisti e visitatori.
Il Ponte della Badia, di fianco al castello di Vulci, è soprattutto noto come il "Ponte del Diavolo" e mostra nel suo aspetto attuale diverse fasi costruttive: alla più antica, forse di epoca etrusca, risale la costruzione dei due piloni in blocchi di tufo rosso direttamente poggianti sull'alveo roccioso del fiume Fiora. Successivamente intorno al I sec. a.C. i piloni del Ponte della Badia vennero inglobati nella struttura a tre arcate in opera quadrata di nenfro tuttora visibile.
Ulteriori modifiche vennero effettuate in età medievale per adattare il Ponte della Badia alle esigenze difensive del castello.
Lungo la porzione settentrionale sono ancora visibili le concrezioni calcaree causate dallo stillicidio dell'acqua che fuoriusciva dal condotto idrico situato sopra la spalletta del Ponte della Badia.
In epoca etrusco-romana il Ponte della Badia si connetteva all'importante asse stradale uscente dalla porta nord di Vulci che collegava la città ai centri nord-orientali dell'Etruria interna.

Il Ponte della Badia a VulciIl Ponte della Badia ebbe a lungo notevole importanza strategica e proprio a controllo di questo passaggio venne edificato, in epoca medievale, il Castello della Badia che domina sul lato sud-ovest la scoscesa riva sinistra del Fiora mentre ad est, dove è protetto da un fossato, si affaccia sulla pianura circostante con un muro di cinta munito di quattro torri semiellittiche.
Un documento dell'809 attesta come nel IX secolo la rocca fosse un'abbazia benedettina fortificata dedicata a S. Mamiliano. Di questo originario avamposto monastico, sorto a difesa del Ponte della Badia e della popolazione continuamente minacciata dalle incursioni saracene, rimane un ricordo nel toponimo.

Per tutta l'età medievale il castello fu al centro delle contese tra i potenti Aldobrandeschi, i Di Vico e il Comune di Orvieto. A questo periodo (XII secolo) si può far risalire l'attuale aspetto architettonico delle mura e la costruzione del maschio, nucleo più antico del castello.
A partire dal 1430, anno in cui fu assegnata in feudo a Ranuccio Farnese, la rocca godette di un lungo periodo di relativa stabilità. Nel 1513 fu concessa in investitura perpetua al cardinale Alessandro Farnese, il futuro papa Paolo III, che pare amasse soggiornarvi. È grazie a lui che probabilmente si deve la costruzione del corpo di fabbrica attualmente destinato a struttura museale. Dal 1537 il castello fece parte del Ducato di Castro e alla fine di questo (1649) venne reintegrato nei possedimenti della Camera Apostolica.
Nel 1808 tutta la tenuta di Canino e Musignano fu acquistata da Luciano Bonaparte, dal 1853 fu proprietà di Alessandro Torlonia. Dopo decenni di decadenza e abbandono la rocca, in cui nel corso del XIX secolo si era anche installata la dogana pontificia, è stata acquistata dallo Stato nella metà degli anni '60 e dopo accurati restauri destinata a sede del Museo Archeologico Nazionale di Vulci (1975).

Il castello di Vulci e l'annesso Ponte della Badia (Ponte del Diavolo)

Il castello di Vulci e Ponte della Badia

Sul Ponte della Badia (o "Ponte del Diavolo") a Vulci

Il ponte del diavolo a Vulci

Il ponte del diavolo a Vulci

Il fiume Fiora attraversa il Ponte della Badia a Vulci

Il fiume Fiora a Vulci

Il fiume Fiora a Vulci

Veduta del castello di Vulci

Il castello di Vulci