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La storia di Bolsena
Sull'alta rupe di Bolsena che ospita la Rocca Monaldeschi e il quartiere del Castello, in epoca etrusco-arcaica (VI secolo a.C.) sorgeva un piccolo insediamento di carattere militare, uno dei castella del territorio volsiniese che, secondo la testimonianza di Tito Livio, sarebbero stati distrutti dai Romani nel 308 a.C.
Le origini di Bolsena (VT) sono più recenti e risalgono alla seconda metà del III secolo a.C. quando i Romani, distrutta nel 264 a.C. la vicina città di Orvieto (l'etrusca Velzna), costrinsero i superstiti a trasferirsi sulle sponde nord-orientali del grande lago volsiniese dove questi fondarono una nuova città a cui dettero lo stesso nome della precedente (Velzna), poi latinizzato in Volsinii.
Dal nome latino, trasformatosi più volte nel corso della storia (Bulsinii, Volseno, Borseno), è nato il nome di Bolsena.
La città etrusco-romana conobbe un periodo di grande sviluppo a partire dalla metà del II secolo a.C. quando venne attraversata dalla via Cassia e mantenne la sua importanza fino all'epoca di Costantino, conoscendo poi un periodo di lenta decadenza fino al suo completo abbandono verificatosi tra il V e il VI sec d.C. a causa delle invasioni dei Goti e dei Longobardi.
La zona più importante della città di Volsinii è stata individuata su Poggio Moscini, a breve distanza dal quartiere del Castello, ed è tornata alla luce grazie a quarant'anni di ricerche della Scuola Francese di Roma.
Sono oggi visitabili la grande piazza del foro, delimitata verso sud dai resti di una basilica trasformata agli inizi del IV sec. d.C. in chiesa, la "Casa delle Pitture", ornata da pregevoli affreschi, la "Casa ad Atrio", dotata di un grande ninfeo e di preziosi pavimenti marmorei. Più a oriente l'anfiteatro del Mercatello dove la tradizione vuole che Santa Cristina, attuale patrona di Bolsena, abbia subìto l'ultimo fatale martirio.
Tratto da "Tuscia Mirabilis"
Bolsena (Viterbo) e il suo lago