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La storia della Sagra del Lattarino di Marta (VT)


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Latterini del lago di BolsenaNegli ormai lontani anni '70 un gruppo di amici martani (Giuseppe Fratini, Antonio Lisoni, Costantino Scatarcia e Danilo Paganini), con l’approvazione di alcuni pescatori di professione (Pepparello, Gige 'l Grosso, 'l Draghetto e Giuliano il Bittere), attenti e sensibili, entusiasti e consapevoli delle straordinarie bellezze paesaggistiche e dei tesori gastronomici del lago di Bolsena, fondarono un circolo culturale alla memoria di Alberto Lisoni e da questo derivò subito un'azione concreta, pratica e originale per quei tempi: la Sagra del Lattarino di Marta (VT).

Per gradi, pian piano, la sagra si è affermata ed è diventata uno dei più grandi eventi della provincia di Viterbo e del centro Italia, tanto da rientrare tra le 10 sagre popolari più seguite d'Italia. La sagra è conosciuta e apprezzata non soltanto in Italia ma in molti Paesi europei.

Una grande padella di tre metri di diametro (inserita nel guinness dei primati per le notevoli dimensioni!) troneggia su un piedistallo. Nell'olio bollente vengono lanciati i piccoli latterini appena pescati dal lago e infarinati. Il fritto fragrante, servito in ciotole di ceramica, non ha tempo di raffreddarsi. Clienti intorno, a migliaia, sono serviti da una schiera di volontari vestiti di bianco: i ragazzi e le ragazze addetti al servizio non sono camerieri, ma sono amici che ospitano. Gli uomini addetti alla frittura sono pescatori e così i cassieri, tutti nativi del posto.

La gente sgranocchia la frittura, si mangia i latterini (compresa la testa), si gode il panorama di Marta e del lago, incontra e si fonde con saluti e conoscenze.
Al tramonto molte auto lasciano Marta dopo una giornata ben spesa con il ricordo di cose autentiche fatte da gente vera.

Se ci vieni ci torni e se ci torni... ci ritorni!

La sagra del lattarino di Marta